di Maria Grazia Londrino
Si è aperta oggi a Roma, nel Complesso del Vittoriano, la prima grande retrospettiva dell’opera di Botero in Italia e sarà visitabile sino al 27 agosto 2017.
Il pubblico viene accolto partendo dallo spazio antistante il Museo con una gigantesca scultura, Cavallo con briglie, di oltre una tonnellata e mezzo di peso e più di tre metri di altezza.
Immediatamente si ha la chiave per interpretare l’intero percorso espositivo, basato sulla forza plastica: la forma, da sempre firma distintiva del grande Maestro.
La mostra raccoglie 50 capolavori, provenienti da tutto il mondo, realizzati in oltre 50 anni di carriera ed è curata da Rudy Chiappini in stretta collaborazione con l’artista.
Le abbondanti forme dei nudi femminili e le nature morte, i ritratti austeri, i nudi privi di ogni malizia, sono caratteri ricorrenti nel repertorio di Fernando Botero, sintesi tra ritmo di volumi colorati e immagine.
In alcune tele la religiosità viene vista attraverso un occhio ironico, mentre altri quadri si rivolgono all’amata terra natia, la Colombia, con nostalgia e dolcezza.
Tra le otto sezioni in cui è divisa la mostra, la prima viene dedicata alle sculture. Il loro volume si armonizza con lo spazio e si nota una tecnica che si rifà alla produzione etrusca, contemporaneamente si denota la continua ricerca di uno stile unico, che palesi tutta la poetica dell’artista, come ne I ballerini.
Cara alla cultura italiana è la seconda sezione, incentrata sullo studio dei grandi del Rinascimento; opere che si ispirano chiaramente a Piero della Francesca, Leonardo, ma prima di loro il Maestro ci confessa di aver studiato con attenzione Giotto e Masaccio.
L’ultima sezione apre allo spettatore uno scenario fiabesco e onirico legato al circo, sensazioni sempre evocate da ogni opera di Botero.
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