Un’artista poliedrica e dalle mille passioni è in esposizione alla Tornatora Art Gallery di Roma. Si tratta di Michèle Padoy, le cui tele sono protagoniste di una personale allestita fino al prossimo 11 giugno in via del Serafico, all’Eur.
“Oltre a dipingere – racconta la pittrice amo realizzare gioielli, adoro il teatro e mi affascina scrivere poesie, alcune delle quali sono state premiate anche in Italia”.
Un’artista a tutto tondo, insomma, e soprattutto cosmopolita: Michèle è di origini italo-irlandesi, è nata in Francia, nella regione della Champagne – Adrdenne, ha vissuto per decenni a Parigi e ora si è trasferita in una piccola località di montagna: Villard de Lans.
Quella alla Tornatora è la prima mostra personale della pittrice a Roma, le sue tele, di diverse dimensioni, sono caratterizzate da meravigliose e differenti declinazioni cromatiche.
Protagonista, quasi sempre, è la natura con i suoi fiori e i suoi animali. Però l’elemento che contraddistingue i lavori di Michèle Padoy, si potrebbe definire “il marchio” della pittrice, è rappresentato dalle foglie d’oro sapientemente applicate sui quadri realizzati con la tecnica dell’acrilico.
Altre opere in esposizione alla galleria Tornatora, sono invece creati con pastelli su carta.
Non mancano quadri sul tema della musica, tutti lavori a cui la pittrice si è dedicata con minuziosa attenzione al particolare e al dettaglio.
“Sono spesso in viaggio – racconta Michèle – e porto sempre con me riviste, forbici, carta e colla indispensabili per realizzare dei collage”.
Una produzione artistica quella di Michèle Padoy estremamente ampia: ha all’attivo ben 900 quadri. E per il prossimo futuro si è già messa all’opera per realizzare una mostra sul tema della montagna nel paese in cui vive nella regione del Rodano-Alpi.
Intanto, però, si gode il successo della sua prima personale realizzata nella città eterna grazie alla Galleria Tornatora con cui ha stretto un sodalizio a Cannes, nell’ultima edizione di “Artistes du Monde” rassegna artistica curata da Marina Picasso, a cui la galleria romana ha preso parte come unico spazio espositivo della capitale.
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