Genialità e innovazione sono spesso sinonimo di Arte. E sicuramente RE, la giovane artista siciliana che debutta a Roma con un lavoro che inverte i punti di vista sull’arte di genialità e innovazione, ne ha da vendere.
Il suo ultimo progetto dal titolo Di chi sono gli occhi che guardano?, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, ha inaugurato ieri la nuova stagione di Fondamenta gallery, lo spazio espositivo di Inside Art, con l’allestimento di una mostra inedita e di forte introspezione.
Si tratta di un percorso espositivo di ben 33 opere, alcune delle quali realizzate con la particolare rielaborazione della pratica pittorica del reverse su vetro. RE ha sviluppato e personalizzato negli anni questa tecnica unica, che le consente di usare agevolmente il vetro sul quale esprimere il suo stile accumulando e mescolando materiali naturali, ma ovviamente con un metodo contrario rispetto a quello che si applica su una tela tradizionale. Con le sue opere l’artista si pone in dialogo diretto con il pubblico, in un coinvolgente gioco di movimento dei punti di vista: «La funzione della sua arte – spiega la curatrice Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci – diviene triplice nel fare delle sue finestre i filtri della rispettiva e reciproca osservazione del mondo esterno, sensibile e tangibile, e del mondo interno, intimo, onirico ed immateriale. L’artista racconta pertanto la natura delle cose e dell’uomo, dipingendo i paesaggi astratti della terra e dell’anima. L’arte diviene al tempo stesso soggetto e oggetto, e perfino mezzo, proprio come gli occhi e gli occhiali del signor Palomar. A pochi è dato il privilegio di vedere oltre le cose, la matrice simbolista del lavoro di RE racchiude la verità che solo l’Artista come Vate può disvelare: proprio come Palomar RE possiede il dono di rendere lapalissiano perfino ciò che è intangibile».
In mostra viene presentata anche un’installazione site specific ispirata al titolo della mostra: un drappo dall’aspetto surreale realizzato con la tecnica del reverse, per coinvolgere i visitatori in un doppio livello di osservazione: guardare ed essere guardati.
La mostra è l’occasione per conoscere la dialettica inedita di una giovane artista, che dopo essersi formata all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria ha completato la sua gavetta partecipando a diverse collettive e personali, come Artisti di Sicilia, a cura di Vittorio Sgarbi al Castello Ursino di Catania nel 2015, o la mostra Prima del bianco, allestita al Teatro Vittorio Emanuele di Messina nell’ambito della rassegna d’arte contemporanea R-Esistenza d’Artista curata da Saverio Pugliatti nel 2015 o, ancora, la mostra dei finalisti del premio Ricoh allo Spazio Oberdan di Milano, nel 2016.
Il debutto nella Capitale segna la definitiva consacrazione della sua poetica.
La mostra resterà a Fondamenta gallery (via Fraccaroli, 7) fino al prossimo 28 settembre.
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