Sono circa 11 milioni gli uomini, le donne e i bambini afflitti dalle violenze scoppiate con la nascita del gruppo terroristico nigeriano Boko Haram, un conflitto che, dal 2014 ad oggi, ha avuto un tragico effetto domino, creando 2,4 milioni di sfollati e mettendo 5 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e 3 milioni di bambini fuori dal sistema scolastico.

Per documentare questa crisi, spesso dimenticata, presso il Museo Nazionale Pigorini a Roma, in Piazza Guglielmo Marconi 14, all’EUR,  è  stata allestita la mostra fotografica del fotografo ciadiano Abdoulaye Barry su “I popoli del lago Ciad. Una crisi umanitaria vista dall’interno” che rimarrà aperta fino al 13 gennaio del prossimo anno, realizzata da Coopi e Vita e finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Barry Camerun.agricolturajpg

È proprio in Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, quattro Paesi coinvolti dall’emergenza, che Coopi è impegnata nel sostegno di centinaia di migliaia di sfollati, rifugiati e comunità locali, attraverso progetti di assistenza umanitaria multisettoriali, dall’educazione alla salute fino alla sicurezza alimentare, progetti che riescono a dare i loro frutti grazie anche ai finanziamenti della Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.  Abdoulaye Barry ha trascorso gli ultimi mesi viaggiando attraverso il sud del Niger, al confine con la Nigeria, nell’estremo nord del Camerun, e in Ciad, documentando l’intervento di Coopi e la quotidianità di chi vive la crisi. Il fotografo ciadiano, nato a N’Djamena nel 1980, dopo una formazione finanziata dalla Fondazione CCF (Centre français des fonds et fondations) per la fotografia, produce la sua prima serie sul tema dei bambini di strada. Con questo lavoro, esposto nel 2009 alla Biennale di Bamako, la più grande manifestazione fotografica del continente africano, vince il Premio della Giuria. Nel 2010, Barry realizza un ampio servizio sui pescatori del Lago Ciad, minacciato da una gravissima crisi sociale e ambientale. Negli anni successivi ha prodotto lavori fotografici sociali sulla gioventù di N’Djamena e sul tema dell’acqua nella capitale ciadiana. Barry.Camerun.Scuola

I progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana sono in Niger con un “Intervento per estendere l’accesso all’educazione formale e non formale di qualità per i minori in età scolare presso i villaggi d’accoglienza e le comunità sfollate delle zone colpite dalle violenze di Boko Haram”, in Camerun con “Riedupace – Rilancio di un’educazione per la pace” per il diritto all’istruzione dei bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni che, a causa dell’estrema povertà economica e culturale delle famiglie e dei ripetuti attacchi armati del gruppo integralista islamico Boko Haram, non hanno potuto frequentare regolarmente la scuola. Sempre in Camerun un altro progetto sulla “Sicurezza alimentare e nutrizionale per le popolazioni dell’Estremo Nord del Camerun” finalizzato ad aumentare la produzione locale della popolazione al fine di favorirne l’auto-sostentamento. Infine in CIAD il “Programma integrato d’urgenza per favorire la sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili nella Regione del Lago Ciad”, per l’accesso alla terra coltivabile attraverso la facilitazione di accordi tra i vari gruppi agricoli e i proprietari terrieri.