di Alberto De Rogatis
“Un’attraversatrice di mondi che varca le porte della poesia per approdare alle stanze della pittura nella purezza di un evento creativo fatto di atti unici e irripetibili”. Questa chiara ed esaustiva definizione è di Matteo Vanzan, curatore della personale dell’artista Franca Pisani Una vita presso il Complesso Monumentale ex Carcere Borbonico di Avellino, aperta al pubblico fino al prossimo 29 gennaio. Quanto mai calzante la parola “attraversatrice” per l’artista toscana di Pietrasanta che da oltre quaranta anni trasmette ogni suo sentimento, le sue sensazioni, il suo vivere appunto, attraverso la bellezza, l’originalità e l’autorevolezza delle sue opere. Franca Pisani è una donna estremamente viva e sensibile; il suo parlare, i suoi occhi trasferiscono a chi ascolta grande energia, proprio come i suoi dipinti che raccontano di decenni immersa nell’arte, con un percorso interessante che l’ha portata dal DAMS di Bologna fino a Firenze, con continue performance artistiche svolte fuori dai confini nazionali. Tra esse, particolarmente significativa è quella al Centro Pompidou di Parigi nella sezione “Centre de Creation Industrielle” con Album Operozio, successivamente esposto al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, e poi ancora a Roma, Monaco di Baviera, Chicago, Città del Messico, Ginevra. Numerose e di alto valore artistico le personali e le installazioni della Pisani in altre città italiane ed europee, le più recenti al MACRO di Roma, a Padova e al museo dell’Abbazia di Montecassino.
La mostra avellinese di questi giorni è impreziosita anche dalle ultimissime tre opere realizzate nel 2019 su materiale estremamente pregiato, la Seta di Lione, che abitualmente si utilizza per il restauro di importanti affreschi e dipinti antichi. Ispirata dalla Nascita di Venere del Botticelli, forte del suo “rinascimento interiore” che segna una svolta decisiva nella vita della Pisani, l’artista presenta tre opere impareggiabili per cromie, tratto e significato: “Guardando Venere”, “Rinascimento al rinascimento”, “Il primo amore”.
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