di Anna Astrella
Una mostra per ricordare un evento terribile che sconvolse l’Italia. Da ieri ha aperto i battenti a Udine, a Villa Manin, Memorie, arte, immagini e parole del terremoto in Friuli, l’esposizione che racconta il sisma quarant’anni dopo.
La rassegna, a cura di Corrado Azzollini e Antonio Giusa (con catalogo Skirà), è suddivisa in 7 sezioni della memoria: si parte con la memoria dell’evento, ricordi sonori, visivi e testuali a raccontare i fatti, come i filmati scelti dai giornalisti Rai della sede centrale e regionale per il racconto dei reporter di allora: Maurizio Calligaris, Paolo Frajese, Giuseppe Marrazzo, Gianni Minà, Fulvio Molinari, Edek Osser, Bruno Vespa e altri; e come le prime pagine del quotidiano regionale, con gli editoriali dell’allora direttore Vittorino Meloni. Ci sono poi voci, volti e parole della popolazione delle aree colpite dal sisma e di quanti parteciparono attivamente alla rinascita del Friuli.
Segue la sezione della memoria del restauro a testimoniare l’attività di ripristino del patrimonio culturale: storico-artistico, architettonico e archivistico, civile ed ecclesiastico, danneggiato dal sisma. In particolare viene data attenzione alle realtà di luoghi come Gemona, Venzone, Colloredo di Montalbano, attraverso la presentazione dei restauri più importanti e di documenti inediti. Dalla Madonna con Bambino di Pellegrino da San Daniele, conservata al Museo Civico di Gemona, alle lettere inedite dell’archivio di Colloredo Mels, conservate all’Archivio di Stato di Udine; dalle statue del duomo di Venzone, conservate presso la Parrocchia del duomo di Sant’Andrea di Venzone, agli inediti fotografici legati al lavoro dell’Accademia di Brera.
Spazio poi alla memoria restituita, fulcro del percorso espositivo, dove si può ammirare, per la prima volta dopo quarant’anni, il lacunare composto da 36 tavole, realizzato dal pittore del Cinquecento Pomponio Amalteo per il soffitto della chiesa di San Giovanni Battista di Gemona, in un suggestivo allestimento.
Si continua con la sezione della memoria della ricostruzione, cioè agli interventi dell’amministrazione regionale sugli edifici di particolare interesse storico di cui sono esposti immagini e disegni.La quinta sezione è quella della memoria del dono: racconta il vasto movimento di solidarietà che si creò all’indomani del terremoto anche nel mondo dell’arte. Artisti e galleristi statunitensi aderirono, infatti, al Friam (Friuli Art and Monument), organizzazione privata che finanziò progetti di recupero di beni culturali friulani distrutti dal sisma. In mostra sono presenti 34 delle 115 opere d’arte americana conservate a Casa Cavazzini, museo d’arte moderna e contemporanea di Udine. Segue la sezione della memoria rielaborata,con opere create in residenza a Villa Manin da artisti nati dopo il 1976, con la direzione artistica di Andrea Bruciati.
Chiude la sezione della memoria rivisitata che ospita in anteprima la proiezione di Sopra le macerie, documentario di Matteo Oleotto con le testimonianze di solidarietà raccolte a distanza di quarant’anni e che conclude il viaggio nel ricordo.
La mostra sarà aperta, fino al 3 luglio 2016, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.
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