Non poteva esserci un periodo più indicato – come appunto la Quaresima – per far arrivare nell’Urbe la Via Crucis, la Passione di Cristo di Fernando Botero.
È il Palazzo delle Esposizioni a ospitare per la prima volta nell’Urbe questa rassegna che sottolinea anche una svolta nello stile pittorico dell’artista colombiano.
La mostra, in programma fino al primo maggio, presenta 63 opere, di cui 27 dipinti a olio e 36 disegni, realizzate tra il 2010 e il 2011 e donati da Botero al Museo di Antioquia di Medellin nel 2012, in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Si tratta di un’esposizione itinerante che giunge a Roma quale tappa di un circuito internazionale che ha già visto edizioni tra l’altro a New York, Medellin, Lisbona, Panama e in Italia a Palermo.
Dopo la serie di Abu Ghraib, dove nel 2005 l’artista aveva raccontato gli orrore del carcere e della tortura, ecco dunque un’ulteriore riflessione sul dramma e sulla sofferenza umana. Del resto Botero per questa sua Via Crucis si trova ad affrontare uno dei grandi temi dell’iconografia sacra fin dal Rinascimento.
“Mi sono preso la libertà – sottolinea l’artista – di mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico. Ho realizzato questa serie perché descrive un momento fondamentale della vita di Gesù. Non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto”.
Nelle opere in mostra non viene meno il particolare sguardo deformante e tra i segni distintivi della serie rimane del resto lo stupefacente uso del colore che carica le opere di seducente bellezza, dando vita a raffigurazioni intense e potenti, capaci di trasmettere pathos ed emozione. Anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide dando vita a un vero e proprio corto circuito mentre ogni personaggio della Via Crucis prende parte al mistero della Passione rendendo l’intero ciclo particolarmente attuale.
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