Anna Astrella
Le seicentesche sale di Palazzo Bufalini a Spoleto fanno da cornice ai lavori di uno dei maestri d’arte del Novecento: Giorgio de Chirico. Fino al 5 giugno in questo nuovo spazio espositivo, Mag (Metamorfosi Art Gallery), si potranno ammirare tredici opere realizzate tra il 1948 e il 1976 e custodite nella Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, lavori capaci di illustrare al meglio la produzione degli ultimi trent’anni di attività del principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica. Vengono così rappresentati gli anni della ricostruzione nell’Italia del dopoguerra e lo spirito di partecipazione ideale a quel processo da parte di Giorgio de Chirico.
La mostra dal titolo de Chirico. La ricostruzione rappresenta anche uno sguardo singolare su decenni controversi del maestro di Volos; curatore della rassegna è lo storico dell’arte Claudio Strinati che ha voluto proprio sottolineare l’interessante parallelismo tra la storia nazionale italiana e il rinnovato impegno del maestro greco. “de Chirico, dopo una vita trascorsa in giro per il mondo, dalla Grecia alla Germania, dall’Italia alla Francia e agli Stati Uniti, nel 1948 si stabilisce definitivamente a Roma, dove aveva già aperto lo studio – chiarisce Strinati –. A questo punto il nomadismo, anche formativo e culturale, che lo caratterizzava nella piena maturità si placa. Lascia spazio a una sorta di spirito profondamente patriottico in un momento in cui la nazione si impegnava a risorgere dalle macerie della guerra. Insomma – prosegue il curatore – il padre della Metafisica, consapevole di rappresentare la tradizione classica dell’arte del Novecento, voleva dunque offrire attraverso la sua opera il contributo personale alla ricostruzione”.
Ecco dunque che dall’immenso patrimonio della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, che possiede un amplissimo fondo di opere, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture, nonché documenti importanti inerenti alla sua vita e al suo lavoro, è stato selezionato un piccolo, ma pregevole, nucleo di opere che appartengono tutte all’ultima fase. Si tratta di dipinti che insieme rappresentano una specie di sintesi di quelle tematiche che de Chirico ha voluto ribadire e diffondere per la salvaguardia ideale e dei valori del Paese.
A Spoleto si possono quindi ammirare capolavori come Vita silente con busto di Minerva del 1973 o Dialogo misterioso (dello stesso anno) che mostrano chiaramente la qualità della svolta poetica del maestro, il quale torna a riproporre i temi metafisici con una tecnica e uno stile ancor più approfonditi e in piena continuità con la produzione della giovinezza.
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