di Anna Astrella
Le grandi pale di Correggio e Parmigianino raccontano lo splendore rinascimentale di Parma. A fare da cornice alla Schiava turca, alla Danae, senza dimenticare Venere con Mercurio e Cupido e Antea, le Scuderie del Quirinale. La splendida location capitolina fino al 26 giugno ospiterà i ritratti enigmatici e le visioni mitologiche, dei due grandi maestri del Cinquecento. Oltre 100 opere tra dipinti e meravigliosi disegni, prestiti eccezionali dei musei di tutto il mondo, che per la prima volta mettono a confronto in una mostra il genio di due grandi artisti, in grado con la loro arte di influenzare i movimenti pittorici dei secoli successivi.
La rassegna inaugura un nuovo ciclo espositivo alle Scuderie: dopo le mostre sugli artisti che hanno omaggiato Roma, Firenze e Venezia l’esposizione del Correggio e Parmigianino dà il via a una serie di eventi artistici incentrati sulle altre capitali della cultura fiorita in Italia. Nasce così l’omaggio alla città emiliana con Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento, che riesce a riunire, in un inedito percorso curato da David Ekserdjian, dipinti custoditi nelle maggiori raccolte italiane e internazionali, allo scopo di illustrare queste due diverse personalità sia per esaltarne lo straordinario talento, sia per mettere in luce la strenua concorrenza che è sorta tra loro e le reciproche influenze.
Antonio Allegri, detto il Correggio perché era nato nella cittadina emiliana intorno al 1489, era il più anziano dei due, si era formato a Mantova col Mantegna. Celeberrimi i suoi cicli di affreschi (come la cupola della Cattedrale) che il giovanissimo Francesco Mazzola, nato a Parma nel 1503 e detto Parmigianino ha poi studiato avidamente, come testimonia lo splendido disegno in cui replica una figura del Correggio.
L’evoluzione dello stile del Parmigianino, rappresentante supremo della Maniera italiana, nasce proprio dalla sua volontà di differenziarsi da quel maestro osannato e grandissimo. Il Correggio a sua volta staccandosi dalla lezione di Mantegna e dopo aver conosciuto la produzione di Raffaello, Lotto, e dei veneti, riesce a dar vita a uno stile che ispirerà tutta l’arte barocca.
Il percorso espositivo si apre con le due tele monumentali dipinte da Parmigianino appena sedicenne per la Basilica di Santa Maria della Steccata a Parma (che molto dopo affrescherà mirabilmente), per proseguire con un confronto serrato tra le opere di tema religioso e quelle mitologiche, arricchite dalla produzione di altri artisti che si formarono guardando i due maestri.
In totale animano la mostra 107 opere, di cui 19 dipinti di Correggio e 13 di Parmigianino, e un nucleo di 63 disegni.
Tra le opere in mostra segnaliamo la Danae della Galleria Borghese, affiancata a Venere con Mercurio e Cupido della National Gallery di Londra, entrambe del Correggio. Altri prestiti importanti arrivano dall’Ermitage (Ritratto di dama del Correggio), dalla National Gallery of Art di Washington (Madonna col bambino del Correggio), e dal Louvre (Matrimonio mistico di Santa Caterina con san Giacomo Minore del Parmigianino).
La mostra è aperta da domenica a giovedì dalle 10 alle 20. Il venerdì e il sabato dalle 10 alle 22.30.
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