di Anna Astrella
Rimarrà allestita fino al 27 novembre 2016 la mostra che pone sotto i riflettori la Roma dei primi anni Sessanta, trasformata e rivissuta mediante l’immaginario visivo degli artisti della cosiddetta Scuola di piazza del Popolo, e dintorni, denominazione che molti degli artisti coinvolti nel periodo hanno poi rifiutato ma che storicamente oggi ancora caratterizza l’epoca e le scelte stilistiche di questi, pur nelle intrinseche diversità.
Roma Pop City 60-67, questo il titolo dell’esposizione, è allestita presso il Macro (Museo d’Arte Contemporanea Roma) che ospita così oltre 100 opere, fra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e anche film d’artista e documentari, recuperati grazie alla collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Dal punto di vista artistico, si tratta di uno dei momenti più esaltanti per l’Urbe, ricca di stimoli intellettuali e sperimentazioni, grazie all’intensa attività artistica e culturale di Franco Angeli, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Umberto Bignardi, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Gino Marotta, Titina Maselli, Fabio Mauri, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini. Sono questi gli artisti in mostra, che si riappropriano di una città in rapida trasformazione e definizione trasformandola in arte, mediante un immaginario visivo dove appunto Roma, i suoi spazi, le componenti urbane, la segnaletica stradale, la pubblicità, i monumenti ma anche la natura e l’ambiente diventano ispirazione per una diversa impostazione figurativa, iconica e non descrittiva e che supera completamente i canoni commerciali e produttivi della Pop Art americana, segnando quindi confini, spazi e teorie.
Curata da curata da Claudio Crescentini, Costantino D’Orazio, e Federica Pirani la mostra potrà essere visitata a via Nizza dal martedì alla domenica, dalle 10.30-19.30.
Lascia un commento